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Sommersi

Speakeasy: i ristoranti segreti dove rivivono gli anni ’20

Locali segreti, cocktail impeccabili e atmosfere da proibizionismo: ecco i ristoranti speakeasy che fanno tendenza in tutta Europa.

In questo blog vi abbiamo sicuramente proposto ristoranti insoliti ed Xtreme: dalle cene sui vulcani attivi a pasti a gravità zero, dalle cene romantiche sui treni fino ad esperienze più borderline con banchetti all’interno di cimiteri.

Ma oggi vi voglio raccontare di ristoranti che vanno al di là dell’extreme, di locali che sono in tutto e per tutto fuori legge! O forse è meglio dire che lo erano.

Eh si, perché in questi luoghi si cerca di far rivivere un periodo storico in cui ciò che meglio si sposa con la buona cucina era vietato: preparatevi per un tuffo nei ruggenti anni ’20! Proibizionismo, contrabbando, gangster, jazz e frange fanno da sfondo a nuovi ristoranti di tendenza che stanno spopolando in tutta Europa. Se volete, almeno una volta, provare l’ebrezza del “vietato”, non potete farvi scappare una cena in uno SPEAKEASY!!

Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann (2013), tratto dall'omonimo romanzo di F.S. Fitzgerald

Perché gli speakeasy? Il proibizionismo è legge

Con il termine proibizionismo parliamo del periodo che va dal 1920 al 1933 in cui, negli Stati Uniti, era vietato il consumo di bevande alcoliche. 

Le origini del proibizionismo sono sicuramente più antiche (addirittura c’è chi pensa che le idee che hanno alimentato questa pratica risalgano ai Pilgrim Fathers, ma per un excursus storico più approfondito rimando alla puntata di Passato e Presente di Paolo Mieli).

Quello che è certo è il dissenso pubblico degli americani di fronte all’approvazione del XVIII emendamento: non solo l’opinione pubblica si indignò per un tale divieto ma in un qualche modo le persone accettarono e supportarono le azioni di contrabbando, rendendo i principali responsabili figure eroiche al limite del mitologico.

Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann (2013), tratto dall'omonimo romanzo di F.S. Fitzgerald

Speakeasy: alla riscoperta dell'arte mixology

Ma quindi gli speakeasy sono dei semplici locali “fuorilegge”? In origine, si. 

I locali iniziarono a fiorire all’indomani del 1920 e si trovavano nei posti più impensabili: dai retrobottega di macellerie e barbieri, fino ad essere all’interno delle stesse case di privati. La segretezza era tale che vi si poteva entrare solo conoscendo la parola di accesso! Inutile dirlo, gli speakeasy divennero anche il luogo di incontro di criminali e gangster che videro nel contrabbando il fulcro delle loro attività per il decennio.

Ma questo non ci deve trarre in inganno perché all’interno di questi locali la clientela era estremamente selezionata (caratteristica che ancora permane in alcuni speakeasy moderni). Le persone dovevano vestirsi in maniera “distinta” e oltre alla consumazione di alcolici, molte volte, era offerto anche cibo e spettacolo. 

Insomma gli speakeasy erano luoghi dove vi si potevano trovare uomini e donne, bianchi e neri, ricchi e poveri, dove si ascoltava jazz, si ballava e si sfidavano le regole.

Oggi ovviamente il consumo di alcolici non è più vietato e tanto meno lo sono i locali. Ma il fascino della segretezza, dell’elitario e del “sussurrato a filo d’orecchio”, ha fatto si che questi locali divenissero la moda degli anni ’20 del 2000!

Un elemento centrale del successo degli speakeasy contemporanei è l’altissimo livello della proposta drink. La mixology è diventata un’arte, e in questi contesti assume una valenza quasi teatrale. Il bartender non è più solo un esecutore, ma un narratore, un performer, spesso anche un ricercatore di materie prime rare o insolite.

Vi sono delle caratteristiche che accomunano la maggior parte degli speakeasy moderni: luci soffuse, sale sottoterra (dove non prende il telefono), arredamenti in stile art déco, cocktail magistrali (di cui parleremo alla fine) che fanno onore all’arte mixology, toni di voce molto modesti e soprattuto l’essere un po’ come il segreto di pulcinella: tutti sanno dove si trovano ma nessuno ne parla mai a cuore leggero…

Speakeasy da provare assolutamente

White Rabbit -Milano-

White Rabbit Speakeasy, www.whiterabbitmilano.it

Alice: “Per quanto tempo è per sempre?”

Coniglio bianco: “A volte un secondo!”

(Alice nel Paese delle Meraviglie di L. Carol)

Nel quartiere Isola di Milano, il White Rabbit nasce nel 2018.

Si sviluppa in una stanza soppalcata e in una seconda zona interrata che si ispira alle atmosfere di una bisca clandestina. I drink classici vengono 10€, ma se siete arrivati fino a qui, non potete non provare uno dei 10 signature cocktail con nomi ispirati ai più famosi criminali italo-americani del secolo scorso. 

The Jerry Thomas Project - Roma-

The Jerry Thomas Project, www.thejerrythomayproject.it

“A me invece Roma piace moltissimo: è una specie di giungla, tiepida, tranquilla, dove ci si può nascondere bene.” 

(La dolce vita di Federico Fellini)

Il Jerry Thomas Project nasce nel 2010 nella Capitale.

Il nome è già sinonimo di qualità: l’omonimia con uno dei più grandi barman di sempre non lascia le aspettative deluse. Il bar è stato per ben 6 volte nella classifica dei “50 World Best bar”. Si accede sempre dietro parola d’ordine, bussando a un massiccio portone nero, e l’atmosfera che si trova una volta varcato rimanda in tutto e per tutto al periodo del proibizionismo.

Malkovich -Genova-

Malkovich, www.malkovichcockailbar.com

“Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere.”

(Charles Baudelaire)

Nascosto nei vicoli della Superba, si nasconde un locale che in tutto e per tutto tiene fede al concept originale.

Locale clandestino nascosto da un ristorante “alle luce del sole”, raggiungibile con una stretta scala a chiocciola, dove le luci soffuse e le chiacchiere quasi bisbigliate (speak easy, please!) creano l’atmosfera perfetta.

La lista dei cocktail, con nomi ispirata ad eroi ed antieroi del cinema, non solo stupisce per la bellezza della presentazione ma anche per il gusto! Nulla è lasciato al caso, anche la scelta del bicchiere è funzionale ad esaltare al meglio il gusto del cocktail. 

Paradiso -Barcellona-

Paradiso, www.paradiso.cat

“Tu sei per me la porta del Paradiso. Per te rinuncerei alla fame, al genio e a ogni cosa”

(Frederic Chopin)

Se le porte del paradiso sono in luoghi lontani e a noi sconosciute, per la classifica “50 World Best bar” difronte a questo speakeasy ne siamo alla soglia, naturalmente una volta superato il negozio di pastrami. Il miglior cocktail bar del mondo si trova a Barcellona, ed è un locale che non si piega alle mode e alle tendenze, punta a riscriverle e sovvertirle (più in linea di così è impossibile). 

La vera sorpresa? All’interno del locale segreto vi è un ulteriore speakeasy, il Macallan Room, un posto che come dice il nome stesso richiama il mondo dei whisky scozzesi. 

Insomma locali in stile matrioska russa, un nome italiano, migliore cocktail bar al mondo, una prima location che si rifà all’America degli anni’20 e un secondo alla Scozia, il tutto in Spagna… cosa altro dire se non che va provato assolutamente!?

Mercy Brown -Cracovia-

Mercy Brown, www.mercybrown.pl

Ricordate l’inizio in cui vi raccontavo come gli speakeasy nella loro origine fossero non solo un luogo dove consumare alcolici ma anche un posto dove assistere a spettacoli di cabaret e musica dal vivo?

Ecco all’interno del Mercy Brown di Cracovia tutto ciò è ancora possibile.

In una location degna di un grande libro, gli spettacoli del Moulin Rouge si incontrano e scontrano con le atmosfere create da Scott Fitzgerald, e se come me amate il Grande Gatsby, questo posto vi potrà far scoprire le sensazioni che Nick Carraway ha provato nel suo scintillante pranzo a New York con Gatsby!

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